Il borgo di Spilinga è entrato a far parte del gotha della gastronomia internazionale per la 'Nduja, etimologicamente legato a una specialità francese dal nome andouille, probabilmente importato nella zona, dagli Spagnoli agli inizi del XVII secolo.
La ‘Nduja è un insaccato spalmabile prodotto con le parti grasse macinate del maiale (pancetta, guanciale e lardello ), con l’aggiunta di peperoncino piccante calabrese (200-250 grammi ogni chilo di carne) e sale marino. L'impasto viene poi conservato nel budello cieco, dopo essere stato per due o tre giorni nella madia, successivamente affumicato con erbe aromatiche calabresi e ramoscelli di ulivo e stagionato naturalmente, all’interno del budello stesso del maiale, ”l’orba”.
Viene preparato artigianalmente nei mesi invernali, quando è di consuetudine per gli abitanti di Spilinga macellare il maiale, un rituale che si tramanda da generazioni e che raccoglie intere famiglie.
La nduja ha colorito rossastro, consistenza pastosa che non diventa mai dura, anche dopo la stagionatura, mantenendo i sapori piccanti.
E' un salume cremoso, facilmente spalmabile, piccantissimo, tradizionale del Monte Poro.
Un detto popolare, attribuisce alla ‘Nduja di Spilinga poteri afrodisiaci" e lo consiglia al posto di famosi prodotti farmaceutici.
Sagra della Nduja
La Sagra della 'Nduja è una manifestazione di carattere gastronomico, che si svolge giorno 8 Agosto, divenuta ormai un evento culturale con l’anteprima "Ndujamo" un talk-show che si svolge i giorni che precedono la sagra, una serie di eventi che richiamano numerosi turisti che soggiornano nei dintorni di Tropea e di Capo Vaticano.
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